venerdì 3 maggio 2013

Spaghetti alla "fumo negli occhi"


"Ho fame, ma non ho voglia di andare a rinchiudermi in un ristorante".
"Ah" dissi io.
"Naturalmente come tutti gli uomini che vivono da soli avrai la dispensa piena di scatolette e altre porcherie".
Dissi che soffriva di stereotipi e che no, non avevo la dispensa piena di scatolette. Avevo cibi freschi e sani nel frigo e volendo sarei stato capace anche di preparare una rapida cena.
Lei disse semplicemente: va bene, andiamo da te.
(...)
"E quello cos'è?". Fu la prima cosa che disse, appena entrata in casa. Si riferiva al sacco, appeso nel mezzo dell'ambiente unico che faceva da ingresso e soggiorno. Un pezzo di arredo piuttosto bizzarro, devo ammettere.
"Una delle mie nevrosi". Ogni sera torno a casa e lo prendo a pugni per una mezz'ora. In fondo è meglio che ubriacarsi, drogarsi o picchiare la moglie o i bambini. Che non ho.
"Comunque è bello qui. Ti piace tenere i libri a terra o sei solo un casinista?".
Si riferiva alle pile di libri intorno al divano e in giro per la stanza. NOn ci avevo mai pensato, ma dissi che sì, mi piaceva tenerli a terra perché mi facevano compagnia.
Lei individuò la cucina e fece per entrarci.
"Dove vai?".
"Guardo cosa c'è nel frigo e preparo qualcosa".
Con un certo sussiego dissi che la sua cucina l'avevo già provata e adesso, le piacesse o meno, toccava a lei provare la mia. Entrando da me aveva accettato il rischio. Se voleva, poteva stare con me mentre preparavo ma, tassativamente, non doveva toccare niente.
In casa non c'era tantissimo e, insomma, avevo un po' esagerato parlando di cibi freschi in abbondanza. Comunque avevo quello che serviva per preparare una mia specialità.
Gli spaghetti alla fumo negli occhi. Una sobria allusione al fatto che è una ricetta in cui il cuoco - io, nel caso di specie - cerca di apparire più abile di quanto non sia in realtà.
"Un piatto di pasta. E' il massimo che posso produrre senza preavviso".
Anche con preavviso, per la verità. Ma questo non lo dissi.
"La pasta e il vino vanno benissimo. Cosa prepari?".
"Vedrai" dissi, con un tono che mi fece sentire immediatamente ridicolo. Che cazzo credi di essere Guerrieri? Il Veronelli del quartiere Libertà? Scemo, questa qua fa la cuoca, di mestiere. Va bene, cucina, che è meglio.
Preparai in padella, aglio, olio e peperoncino. Mentre cuocevano gli spaghetti grattugiai del pecorino, tritai del basilico, snocciolai e tagliai a pezzetti delle olive nere. Misi in padella la pasta molto al dente. Aggiunsi il pecorino e tutto il resto.
Natsu disse che le piaceva guardarmi cucinare, e io sentii un formicolio bellissimo e pericoloso.
                                                                                                                            (Gianrico Carofiglio, Ragionevoli dubbi)

Agli uomini piace cucinare per noi, anche quando ammettono la nostra superiorità nel creare ai fornelli.
E i loro piatti, nella pura semplicità dell'esecuzione o degli abbinamenti...scaldano il cuore.
Questo piatto è dedicato a loro.





 

Ingredienti
(per due persone)


80 gr spaghetti
80 gr. spaghetti al peperoncino
20 olive nere denocciolate
1 manciata di capperi
1/2 spicchio d'aglio
4 cucchiai olio evo
1 peperoncino
2 cucchiai di pecorino stagionato
4 cucchiai di pangrattato
q.b. sale



Procedimento

Mettere un tegame per la pasta e salare. Quando l'acqua bolle mettere la pasta.
Nel frattempo in una padella mettere a scaldare l'olio con l'aglio. Aggiungere il peperoncino, le olive, i capperi. Far scaldare qualche istante.
Scolare la pasta al dente. Mettere la pasta nella padella, aggiungere il pecorino e il pangrattato e mantecare per qualche istante.
Servire caldo.






Buon appetito!


2 commenti:

  1. molto molto bello il tuo post...la tua ricetta mi piace molto..complimenti..il tuo blog è ben sviluppato...mi unisco ai tuoi lettori...
    se ti va passa da me...

    http://zuccheropandizucchero.blogspot.it/

    a presto...
    eli

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    1. grazie....per le belle parole.
      passo da te a breve....
      e...benvenuta.

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